Sono abbastanza attento?

attento

Che cosa può stare alla base di una vita sana?

Sicuramente una dieta bilanciata, del corretto esercizio fisico, delle buone relazioni sociali e un certo equilibrio psichico ma..può esserci dell’altro: stare attenti!

La ricerca ha permesso di rispondere a questa domanda ponendo attenzione al concetto di stato di flusso (flow).

Avete presente quei momenti in cui siamo talmente coinvolti in ciò che stiamo facendo da non accorgerci di chi ci sta intorno, da non sentire chi ci parla e non percepire il tempo che passa? Ecco…quello è lo stato di flusso: il FLOW, quell’esperienza in cui ci sentiamo totalmente dediti e coinvolti.

Il flow è stato studiato in primis dallo psicologo Mihaly Csilkszentmihaly e con esso si fa riferimento ad un’esperienza individuale di totale coinvolgimento nel momento presente; un completo e produttivo assorbimento nell’attività che si sta svolgendo.

Lo stato di flusso sembrerebbe essere particolarmente importante non solo perché rappresenta un’esperienza appagante per l’individuo ma anche perché potrebbe avere delle conseguenze positive sullo sviluppo umano. Essere in grado di mantenere a lungo ed in maniera efficace l’attenzione su di uno stesso compito rappresenta infatti la tendenza opposta a ciò che si sta osservando nell’attuale crescente richiestività del mondo.

Oggigiorno la maggior parte delle persone ritiene di poter gestire simultaneamente anche cinque o sei fonti di informazione e di poter svolgere contemporaneamente differenti attività (come scrivere una relazione e rispondere ad un messaggio).

Sicuramente questa capacità di multitasking può essere un gran vantaggio per poter rispondere alle richieste della nostra vita ma purtroppo può nascondere anche un grosso pericolo! Il rischio che si corre è infatti quello di perdere sempre più la nostra capacità di attenzione sostenuta. Ciò che stiamo facendo, cioè portare avanti più attività contemporaneamente, non solo non è possibile, ma, alla lunga, anche controproducente.

Il nostro cervello infatti elabora un’informazione per volta; noi abbiamo la sensazione e viviamo l’esperienza di essere occupati in più attività, in realtà non facciamo altro che spostare continuamente l’attenzione da un’attività all’altra. Il risultato è una progressiva riduzione della nostra capacità di attenzione sostenuta e cioè quella competenza che ci permette di sentirci completamente dediti e coinvolti e maggiormente efficienti.

Ecco che diventa essenziale dedicarsi del tempo per ricominciare ad allenare questa competenza! Un primo, piccolo ma importantissimo, passo può essere ad esempio quello di stabilire dei confini: si tratta di definire orari e momenti specifici per certe attività, come ad esempio il lavoro o la socialità, che non vadano ad interferire nello svolgimento l’una dell’altra. Sembra un consiglio semplice….in realtà la facilità con cui lasciamo che i nostri confini vengano invasi è estrema. D’altronde…che sarà mai rispondere ad un messaggino mentre sto scrivendo una relazione?

Immagine di Dott.ssa Maria Ape

Dott.ssa Maria Ape

Psicologa, neuropsicologa e psicoterapeuta iscritta nella sezione A dell’albo professionale dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia n. 03/13952.

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