Come affrontare i momenti in cui siamo assaliti da difficili dilemmi
Cosa ci succede quando siamo insoddisfatti di certi aspetti importanti della nostra vita, desideriamo un cambiamento, prendiamo consapevolezza del fatto che sia possibile intraprenderlo ma non riusciamo a muovere un passo?
Si tratta di momenti in cui dobbiamo prendere quelle scelte che definiamo difficili perché ci farebbero sì muovere verso qualcosa di nuovo e desiderato, ma nello stesso tempo ci allontanerebbero inevitabilmente da qualcosa di conosciuto e rassicurante.
È in queste situazioni che la domanda “e ora cosa faccio?” sorge spontanea e persistente ma non trova una risposta altrettanto immediata.
Sono momenti in cui ci sentiamo bloccati ma in cui in realtà abbiamo una mente che fatica tantissimo: è in sovraccarico, lavora alla disperata ricerca della “scelta giusta”, la “scelta perfetta”.
Spesso si tratta di scelte che richiedono tempo, che non possono essere prese in due minuti e neanche in due mesi, ma noi trascorriamo le giornate a rimuginare, a chiederci se fare A o fare B, vivendo in un costante stato d’ansia, mentre intanto la vita scorre senza che noi la possiamo vivere davvero.
Ci sono però buone prassi che possono darci una mano nel gestire la scelta.
La prima è quella di accettare il fatto che si tratta di una decisione impegnativa e che quindi non potrà essere presa in pochi attimi e sotto pressione. Facciamo quindi spazio a questa realtà: ho bisogno di tempo.
In seguito si può fare la lista dei costi e dei benefici, prendendosi il tempo di farlo per iscritto perché questa modalità permette un’esperienza più intensa rispetto a pensarci dentro di noi o a parlarne con qualcuno.
A questo punto è importante prendere consapevolezza che non esiste la soluzione perfetta, non esiste la soluzione giusta: se aspetteremo di essere sicuri al 100% e quindi di non avere ansie o dubbi, allora resteremo per sempre fermi.
Riconoscere che non esiste possibilità di non scegliere: anche quando non optiamo per il cambiamento stiamo scegliendo di non cambiare.
Quello che posso quindi fare è decidere che nella prossima ora, in questa giornata, in questo mese,… scelgo di rimanere nella situazione in cui sono; scelgo, per un lasso di tempo che io definisco, di non cambiare e quindi mi dedico a vivere la situazione in cui sono fermando il rimuginio.
Posso inoltre scegliere dei momenti precisi e definiti in cui mi dedicherò alla riflessione sulla scelta evitando così che questa, con tutti i suoi correlati emotivi, invada tutta la mia giornata.
Qualsiasi cosa poi si decida di fare è importante riconoscersi che l’ansia potrà presentarsi e allora sarà utile essere compassionevoli con noi stessi. L’ansia c’è perché siamo davanti ad un cambiamento, una sfida importante: è una risposta fisiologica alla novità e non un allarme di fronte al pericolo. Riconosciamo a noi stessi che fa male trovarsi in una condizione di difficile scelta: non siamo infatti dei computer in grado di analizzare alla perfezione tutti i dati e di prevedere tutti i possibili effetti futuri. Siamo esseri umani, siamo fallibili.
Ricordiamoci che è una scelta difficile. Se non lo fosse non ci troveremmo davanti ad un dilemma: per questo soffriamo ed è normale. Premuriamoci piuttosto, nel frattempo, di avere cura per noi stessi e dedichiamoci a fare cose che possano essere nutritive e premurose verso noi proprio perché stiamo già soffrendo. Fare pratica di autocompassione può essere spesso di grande aiuto.



