Pensieri, emozioni e comportamenti
Approccio
ad orientamento cognitivo-comportamentale
L’approccio ai disturbi psicologici ad orientamento cognitivo-comportamentale si basa sul presupposto che esista una stretta relazione tra pensieri, emozioni e comportamenti: i problemi emotivi che viviamo sono influenzati da ciò che pensiamo e facciamo nel presente.
A seconda del modo in cui interpretiamo gli eventi e le situazioni che ci circondano, quindi a seconda del significato che noi stessi gli attribuiamo, avremo differenti reazioni emotive.
È proprio per questo, infatti, che ciò che per una persona può apparire affascinante ed intrigante, ad un’altra può apparire disgustoso o addirittura mostruoso.
Come funziona
L’obiettivo è quello di insegnare come capire le proprie emozioni ed i pensieri che influenzano il proprio comportamento; in un clima di stretta collaborazione tra psicologo e paziente si affrontano problemi molto specifici e si lavora al fine di comprendere come identificare e cambiare i propri pensieri disturbanti e disfunzionali, cioè quelli che hanno influenza negativa sul proprio comportamento, sulle relazioni e, infine, sulla visione del mondo.
Un trattamento psicologico ad orientamento cognitivo-comportamentale è centrato sul “qui ed ora”; prende cioè come punto di partenza il disturbo e le difficoltà che questo crea al paziente nel presente per poi occuparsi, in un secondo momento, di comprenderne le cause remote.
Il colloquio cognitivo si pone quindi come obiettivo quello di aiutare il paziente a:
- riconoscere il legame tra il suo malessere emotivo ed i suoi processi cognitivi (cioè tra quello che provo e quello che penso e dico);
- mettere in discussione il valore di questi pensieri, chiedendosi quale sia la loro validità e la loro utilità;
- elaborare pensieri nuovi che possano essere più utili nella vita quotidiana, che possano promuovere il benessere e la capacità di affrontare e/o sopportare le situazioni critiche senza venirne sopraffatti.
Psicologo e paziente diventano quindi due scienziati, il primo esperto nelle tecniche ed il secondo esperto di sé stesso, che insieme collaborano per permettere il graduale sviluppo di un nuovo modo di pensare che sia sempre più flessibile, aperto alla critica e alla messa alla prova che vada a sostituire la rigidità e la limitatezza che invece caratterizzano il pensiero che genera la sofferenza.
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