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Valutazione e riabilitazione

Neuropsicologia

Trattamento dei disturbi neuropsicologici

Cos'è la neuropsicologia?

La neuropsicologia è quella branca delle neuroscienze che si occupa di studiare le funzioni ed i processi cognitivi (memoria, attenzione, linguaggio, ragionamento..) correlandoli con i loro substrati anatomici.

Alcune condizioni cliniche possono causare la comparsa di difficoltà nel ricordare fatti più o meno recenti, nell’esprimersi correttamente, nel trovare le giuste parole, nel prestare adeguatamente attenzione a ciò che ci circonda, o nel ragionare correttamente e tempestivamente.
Queste difficoltà, che mettono facilmente la persona che ne soffre di fronte ad importanti ostacoli e limitazioni nella sua vita quotidiana, possono insorgere in età senile a causa della comparsa di un invecchiamento cerebrale più rapido e precoce del normale (le cosiddette “demenze”), ma possono anche presentarsi in soggetti più giovani a causa di lesioni cerebrali, dovute, ad esempio, ad ictustraumi cranici o tumori.

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Perché affidarsi alla neuropsicologia?

Con la valutazione neuropsicologica si indagano la presenza e l’entità delle suddette difficoltà; si raccolgono, analizzano ed interpretano informazioni sullo stato cognitivo, emotivo e comportamentale del soggetto, nonché sulla sua storia clinica e familiare al fine di giungere ad una diagnosi il più accurata possibile ed, eventualmente, impostare un adeguato programma di trattamento.
La valutazione neuropsicologica quindi comprende la raccolta di informazioni anamnestiche (storia familiare e clinica) e la somministrazione di test appositamente tarati e standardizzati per la valutazione dell’efficienza di ogni singola componente del sistema cognitivo umano.

Non ricordo più le cose, sto perdendo la memoria: mi starà venendo l’Alzheimer?!“: Può darsi…ma non per forza!

Capita a tutti, soprattutto raggiunta una certa età, di fare più fatica a ricordare le cose; c’è infatti chi lamenta di dimenticare più facilmente nomi, appuntamenti, azioni appena fatte e cose appena dette.
E quando si verificano questi episodi è normale sentirsi allarmati; si ha la sensazione di perdita delle proprie capacità, c’è la paura di non potersi più fidare di sé stessi ed il terrore di stare andando incontro ad una temuta condizione patologica.

Ma non è detto che si tratti per forza di una situazione irreparabile.
Ci sono cause connesse ad un calo delle capacità di memoria diverse da una malattia degenerativa come: alti livelli di stressstati depressivi o di eccessiva euforia, uso di sostanze come alcool e droghe e altre condizioni cliniche particolari possono infatti rendere le nostre risorse cognitive molto meno efficienti dandoci così l’impressione di “non essere più capaci”.

La valutazione neuropsicologica, in sinergia con altre indagini specialistiche, si pone come obiettivo proprio quello di far luce sulla vera natura delle difficoltà percepite e denunciate.

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Trattamento neuropsicologico

Il trattamento neuropsicologico è dedicato a tutti coloro che, in seguito ad una valutazione neuropsicologica, riscontrano, rispetto ad una persona di pari età e scolarità, un effettivo ipofunzionamento di una o più funzioni cognitivecapacità di memoria ridotte, maggiori difficoltà a concentrarsi o a spostare la propria attenzione da un compito all’altro, compromissione delle capacità di spiegarsi o risolvere problemi.

Il trattamento dei disturbi neuropsicologici utilizza materiali, sia cartacei, sia computerizzati, specificamente finalizzati alla stimolazione della funzione compromessa, che siano sempre adeguati al paziente cui sono dedicati.

La riabilitazione cognitiva si pone l’obiettivo di riportare l’abilità carente ad un livello di efficacia che sia quanto più possibile vicino al livello premorboso. Si tratta quindi di una sorta di allenamento a “ri-apprendere” ciò che si era già in grado di fare sfruttando le risorse che ancora sono presenti perché non danneggiate dall’evento critico.

La stimolazione cognitiva, invece, è dedicata a coloro che sono affetti da patologie degenerative, che non consentono cioè un recupero delle risorse perché ormai sono state perse e vanno incontro ad una continua, ulteriore e progressiva perdita.
L’allenamento in questo caso è volto a rafforzare il più possibile le abilità residue al fine di rallentare il loro inesorabile peggioramento. Che si tratti di vera e propria riabilitazione o di più semplice, ma non meno seria, stimolazione cognitiva, l’obiettivo comune è quello di consentire al paziente di trovare delle strategie per lui adeguate, utili, nuove e pratiche che gli consentano, con le risorse di cui dispone, il raggiungimento ed il mantenimento di un dignitoso livello di partecipazione sociale.

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