Perché è importante prendersi cura

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Qualche giorno fa mi sono imbattuta nella lettura di un mito che mi farebbe piacere condividere.

 Il mito racconta che, un giorno, nell’attraversare un fiume, l’attenzione di Cura sia stata attratta dal fango argilloso. Pensosa, senza bene rendersi conto di quello che andava facendo, Cura si mise a modellarla, traendone la figura di un uomo.

Fu allora che sopraggiunse Giove, a cui la dea chiese di infondere spirito vitale nella scultura da lei plasmata, cosa a cui Giove acconsentì con facilità. A questo punto, Cura chiese di poter imporre il proprio nome alla creatura, ma il dio glielo negò, sostenendo il nome di quell’essere doveva provenire da lui, che gli aveva infuso la vita.

Ne nacque una disputa, che si complicò quando a essa si unì la Terra: questa riteneva, infatti, che il nome avrebbe dovuto essere il suo, essendo sua la materia con cui era stata plasmata la creatura.

Per risolvere la diatriba, fu chiamato a pronunciarsi Saturno, il cui giudizio distribuì le rivendicazioni: a Giove, che aveva infuso lo spirito, sarebbe toccato, alla morte di quell’essere, di rientrare in possesso dell’anima; alla Terra, della cui materia l’essere era composto, sarebbe tornato il corpo dopo la mortema a possederlo durante tutta la vita sarebbe stata Cura, la prima a plasmarlo.

Questo mito mi ha fatto riflettere su quanto, effettivamente, noi apparteniamo all’attenzione che ci dedichiamo.

Prendersi cura di sé non significa “badare a se stessi” ma ha un significato molto più ampio che comprende la soddisfazione dei bisogni primari, delle esigenze del corpo e della mente cercando le vie e gli strumenti più utili e funzionali.

La nostra Vita, per lo meno quella su questa Terra, appartiene solo a noi e alla cura che ci dedichiamo, in ogni istante,  ogni giorno, sia esso quello più complesso ed insostenibile o quello più semplice e rilassato.

Immagine di Dott.ssa Maria Ape

Dott.ssa Maria Ape

Psicologa, neuropsicologa e psicoterapeuta iscritta nella sezione A dell’albo professionale dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia n. 03/13952.

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